Secondo me il Paradiso è un enorme ristorante, dicevo.

Non di quelli pallosi in cui sei seduto dietro un tavolo troppo lungo.

Quelli in cui non riesci a sentire cosa sta raccontando lo zio Michele seduto dall'altra parte, così sei costretto ad annuire con il sorrisetto da idiota che si allarga quando vedi che si allargano quelli degli altri commensali.

E nemmeno uno di quelli in cui si respira un'aria troppo ingessata.

Quelli in cui devi aspettare che qualcuno venga ad accoglierti e a mostrarti il tuo tavolo, aspettare che arrivi il cameriere con il menu, e poi ancora aspettare che venga a prendere le ordinazioni. 

E quando credi che il prossimo passo sia finalmente ricevere quello che hai ordinato, arriva lui, l'uomo del vino e inizia a esaltare le qualità della bevanda rossastra che ha fra le mani, decantandone la rotondità e il gusto fruttato.

Chiaramente non sarebbe nemmeno uno di quelli con cibo di pessima qualità, questo mi pare ovvio.

Stiamo pur sempre parlando del Paradiso!

Secondo me, invece, il Paradiso è più un enorme all-you-can-eat!

Avete presente il pranzo della domenica in Calabria?

Ecco. Anche di più.

Praticamente ci sono questi tavoli di lunghezza infinita con sopra cibo proveniente da ogni parte del mondo. Se prendi una cosa, le porzioni non diminuiscono.

È tutto talmente grande che l'affollamento che caratterizza sempre i buffet non ha più senso di esistere. Niente perdita della dignità, per intenderci.

Aperitivi, antipasti, primi, secondi e contorni, pasta, carne o pesce, salumi, dolci e se ho dimenticato qualcosa state pur sicuri che là ci sarà.

Cibo italiano, marocchino, arabo, giapponese, indiano, pachistano, australiano, camogiano e, suvvia non fatemi fare l'elenco di tutti i paesi del mondo.

Un'enorme expo in cui prendere senza dare. E senza code!

Siete forse preoccupati per la birra?
Ma tranquilli! Ce n'è di ogni tipo.
Vuoi una bionda? Eccola!
Preferisci una doppio malto? Guarda, sono tutte qui. Ne abbiamo 3 milioni di tipi. E non avere fretta, hai tutta l'eternità per provarle tutte!

Ma la vera rivoluzione è questa: siamo in Paradiso, ergo tutto questo cibo non può fare ingrassare!

Cavolo! Se fosse davvero così perché non morire tipo... Domani?!

Eravamo uno l'opposto dell'altra, io e lui. 

Per questo dopo pochi giorni cominciai a credere di conoscerlo da una vita: era un po' come conoscere me. Ma al contrario. 

E io, in 28 anni, mi ero conosciuta un po'. 

Era un salutista, mentre io adoro mangiare schifezze. 

Era uno sportivo, mentre io mi ritengo una pantofolaia. 

La tecnologia lo spaventava, mentre io non potrei vivere senza.

E potrei andare avanti ancora per molto, ma non lo farò.

Come me era un po' insicuro. E timido. E chiacchierone, al tempo stesso. E non si trovava a suo agio se c'era troppa gente. Preferiva stare in mezzo a un piccolo gruppetto. Poche persone, ma di carattere. Come noi.

E poi, era sincero.

È questa la cosa che mi ha più colpito in lui: la sincerità.

Tante persone lo sono. Ma lui era sincero in un modo diverso.

Aveva un modo tutto suo di guardarti negli occhi e farti capire che quello che stava dicendo era vero.

Aveva un modo tutto suo di guardarti negli occhi e dirti che gli piacevi. Che io gli piacevo.

O che mi stimava. 

O che gli sarebbe piaciuto conoscermi meglio. E vivere nella mia città. 

O che gli sarei mancata, quando saremmo entrambi tornati a casa. 

E, proprio perché era sincero, io gli credo.

Proprio perché era sincero so che gli manco. Davvero.